
Sto sfogliando le pagine del Gazzettino di lunedì 29 Ottobre quando mi cade l'occhio su un articolo dal titolo "Una VeniceMarathon estrema" Vero! Al solo pensiero mi vengono ancora i brividi di freddo.
Sono le 5.55 la sveglia è suonata da 5 minuti, fuori si sente il rumore del vento che sbatte contro le finestre della nostra camera d'albergo quando ad un tratto l'ululato viene interrotto dal suono della sirena che preannuncia l'arrivo dell'acqua alta. Fisso la maglia con il pettorale appesa alla sedia: "Oggi mi sa che sarà dura!". Gli iscritti alla gara sono più di 8000 e quando arrivo a Stra, luogo di partenza, mi sembra che pochi hanno rinunciato nonostante il vento e la temperatura gelida. A fianco a me c'è un ragazzo toscano che sta telefonando a casa, finisce la conversazione con un: "Potrebbe andare peggio! Potrebbe piovere!" Non faccio in tempo ad alzare lo sguardo che una goccia mi colpisce in fronte. Perfetto! Ora non manca più niente! Mi tolgo il sacco di plastica che mi ha riparato finora e si parte! Il percorso si snoda lungo il fiume Brenta tra le sue famose ville. Negli attraversamenti cittadini, Dolo Mira Oriago, siamo accolti da un discreto pubblico e diverse band locali che suonano ogni genere di musica dal pop al metal. Mi caricano molto e ogni volta, dopo averle superate, mi accorgo di aver aumentato l'andatura. La pioggia e il vento non accennano a diminuire, questo è quasi sempre contrario e a Mestre, nell'attraversamento del parco san Giuliano, si fa sentire ancora più forte. Ma è solo un assaggio di quello che ci attende sul ponte della Libertà che collega Venezia alla terra ferma. Se esiste l'inferno questa è la strada per raggiungerlo. Qui la bora raggiunge gli 80 km orari, le gocce d'acqua che ci colpiscono sembrano aghi ghiacciati, fatico molto anche solo ad andare dritto, 4 km di sofferenza! Quando arrivo a Venezia le gambe mi sembrano due pezzi di legno completamente separati dal resto del corpo non so se per il freddo, la fatica o, molto più probabilmente, per entrambi i motivi. Non vedo l'ora di farmi una doccia calda mettermi addosso vestiti asciutti e bere un tè bollente ma prima c'è il traguardo da raggiungere con in mezzo 14 ponti da superare. In molti casi la rampa di salita la percorro camminando, mi consola il fatto di non essere l'unico ad adottare questa "tecnica". Sono sfinito! Arrivo in cima al ponte di barche che attraversa il Canal Grande e finalmente vedo in lontananza l'arrivo in Riva Sette Martiri. Taglio il traguardo esultando come non ho mai fatto, sono anche riuscito a stare sotto le 4 ore ma lontano dal tempo che mi ero prefissato. Poco importa, in una giornata come questa il cronomentro va in secondo piano quello che conta è ricevere la medaglia! Mi cambio rapidamente ma non ho portato abbastanza vestiti caldi, sto tremando, ho così tanta voglia di scaldarmi che "dimentico" Roberta nella zona d'arrivo.....anche per lei è stata una giornata molto impegnativa!
Chiudo il giornale e alzo lentamente lo sguardo osservando due gondole attraccate, un palazzo settecentesco finemente decorato ed in lontananza il campanile di piazza san Marco che si staglia su un cielo azzurro sgombro di nuvole...che bella Venezia in un lunedì di fine Ottobre baciato dal sole!
Riccardo
Sono le 5.55 la sveglia è suonata da 5 minuti, fuori si sente il rumore del vento che sbatte contro le finestre della nostra camera d'albergo quando ad un tratto l'ululato viene interrotto dal suono della sirena che preannuncia l'arrivo dell'acqua alta. Fisso la maglia con il pettorale appesa alla sedia: "Oggi mi sa che sarà dura!". Gli iscritti alla gara sono più di 8000 e quando arrivo a Stra, luogo di partenza, mi sembra che pochi hanno rinunciato nonostante il vento e la temperatura gelida. A fianco a me c'è un ragazzo toscano che sta telefonando a casa, finisce la conversazione con un: "Potrebbe andare peggio! Potrebbe piovere!" Non faccio in tempo ad alzare lo sguardo che una goccia mi colpisce in fronte. Perfetto! Ora non manca più niente! Mi tolgo il sacco di plastica che mi ha riparato finora e si parte! Il percorso si snoda lungo il fiume Brenta tra le sue famose ville. Negli attraversamenti cittadini, Dolo Mira Oriago, siamo accolti da un discreto pubblico e diverse band locali che suonano ogni genere di musica dal pop al metal. Mi caricano molto e ogni volta, dopo averle superate, mi accorgo di aver aumentato l'andatura. La pioggia e il vento non accennano a diminuire, questo è quasi sempre contrario e a Mestre, nell'attraversamento del parco san Giuliano, si fa sentire ancora più forte. Ma è solo un assaggio di quello che ci attende sul ponte della Libertà che collega Venezia alla terra ferma. Se esiste l'inferno questa è la strada per raggiungerlo. Qui la bora raggiunge gli 80 km orari, le gocce d'acqua che ci colpiscono sembrano aghi ghiacciati, fatico molto anche solo ad andare dritto, 4 km di sofferenza! Quando arrivo a Venezia le gambe mi sembrano due pezzi di legno completamente separati dal resto del corpo non so se per il freddo, la fatica o, molto più probabilmente, per entrambi i motivi. Non vedo l'ora di farmi una doccia calda mettermi addosso vestiti asciutti e bere un tè bollente ma prima c'è il traguardo da raggiungere con in mezzo 14 ponti da superare. In molti casi la rampa di salita la percorro camminando, mi consola il fatto di non essere l'unico ad adottare questa "tecnica". Sono sfinito! Arrivo in cima al ponte di barche che attraversa il Canal Grande e finalmente vedo in lontananza l'arrivo in Riva Sette Martiri. Taglio il traguardo esultando come non ho mai fatto, sono anche riuscito a stare sotto le 4 ore ma lontano dal tempo che mi ero prefissato. Poco importa, in una giornata come questa il cronomentro va in secondo piano quello che conta è ricevere la medaglia! Mi cambio rapidamente ma non ho portato abbastanza vestiti caldi, sto tremando, ho così tanta voglia di scaldarmi che "dimentico" Roberta nella zona d'arrivo.....anche per lei è stata una giornata molto impegnativa!
Chiudo il giornale e alzo lentamente lo sguardo osservando due gondole attraccate, un palazzo settecentesco finemente decorato ed in lontananza il campanile di piazza san Marco che si staglia su un cielo azzurro sgombro di nuvole...che bella Venezia in un lunedì di fine Ottobre baciato dal sole!
Riccardo